Synth Cafè intervista: Garretlabs (Marco Lastri)

Chi è Marco Lastri?

All’inizio volevo fare la classica domanda a Marco, ma devo dirvi la verità: Marco è come lo leggete: una persona ricca, ricchissima di entusiasmo e voglia di fare. Probabilmente la persona con più entusiasmo creativo che io conosca. Ci siamo incontrati dal vivo al MEFF di Firenze e abbiamo chiacchierato un pò, con la promessa che ci saremmo risentiti.

Ed eccoci qua. Non ci sono praticamente domande: è Marco a raccontarsi.

Leggete e prendete spunto. Dico davvero.

Luca

 

primopiano
Marco Lastri (Garret Labs)

M.L.: Ciao a tutti! Prima di iniziare vorrei innanzitutto ringraziare Luca Minelli, per il suo straordinario in Synth Cafè e per avermi dato la possibilità di poter presentare il mio lavoro come Garretlabs, questo piccolo marchio artigianale che mi sono inventato qualche anno fa (grazie a Monica per il suggerimento e per il design del logo stesso!) e che adesso sto cercando di far conoscere un po’ di più nella community.

Prima di tutto, chi sono?

Mi chiamo Marco Lastri, ho quarantatre anni, vengo da Signa (provincia di Firenze) e sono per metà ingegnere informatico e per un quarto musicista/compositore (e collezionista di dischi, quasi tutti di rock progressivo e musica elettronica). Il quarto mancante negli anni si è spostato attraverso varie esperienze che mi hanno tutte aiutato a crescere: sono passato dal fondare e dirigere una famosa fanzine di giochi di ruolo (che sta arrivando in questi giorni al numero cento, dopo quasi venticinque anni di pubblicazioni!), alla direzione tecnica di una rivista online dedicata al calcio professionistico toscano, passando anche per esperienze di ufficio stampa di eventi artistici, di giornalismo musicale e sportivo, webmastering, videomaking e un sacco di altre cose. Ma dal 2013 ho iniziato sempre più seriamente ad occuparmi di microelettronica open source, e giocoforza, a causa del mio quarto di musicista, ho legato la microelettronica alla musica. E così è nato Garretlabs.

La musica è sempre stata una parte importante di me, ha accompagnato molti dei punti nodali della mia vita, e quindi per ognuno di questi posso dire di aver avuto la giusta colonna sonora 🙂

Inizialmente la “colpa” fu sicuramente dei miei genitori, che provarono ad iscrivermi a un corso di pianoforte, ma io mi ribellai dall’alto dei miei dieci anni, e decisi che non avrei mai più suonato. Beata ingenuità. La vita ti presenta sempre il conto, e in particolare a me lo presentò all’epoca del liceo: a quei tempi venni coinvolto (nel ruolo di cantante) da alcuni amici in una operazione carbonara di rock demenziale in cui registrammo una cassettina pirata con canzoni che prendevano in giro pesantemente i nostri professori. Fu un successo di vendite (ben 500 copie a 5 mila lire l’una!!), ma da allora tutti noi abbiamo vissuto con la paura di beccarci una denuncia. Ma forse ora il reato è ormai in prescrizione. 🙂

Al primo anno di università (era il lontano 1994) finalmente i miei genitori mi comprarono la mia prima vera tastiera, una bella Yamaha PSR510, di quelle coi ritmi preimpostati… e da allora non mi sono più fermato. Perché cominciai a studiare da autodidatta, e a comporre un sacco di musica. I miei punti di riferimento allora erano i Pink Floyd e i Genesis, Peter Gabriel, il new prog dei Marillion, degli IQ e dei Pendragon, e pure Vasco Rossi.

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Marco in studio

…Ma per uno strano caso del destino, un giorno (estate 1995) la mia mamma arrivò a casa con una copia della rivista “New Age and New Sounds” che aveva in allegato due cd: uno era un sampler che conteneva tra gli altri un pezzo di Suzanne Ciani (periodo “Pianissimo 2”) e uno di Peter Kater (autore che adoro ancora oggi), mentre l’altro era una edizione speciale di “Tiranny of Beauty” dei Tangerine Dream, il loro disco di quell’anno. Ricordo che non riuscivo a smettere di ascoltare quel pezzo che si intitolava “Catwalk”, così rock e allo stesso tempo così…elettronico ed affascinante!

Da allora iniziai ad avvicinarmi a quella splendida musica strumentale, fatta di suoni elettronici fantascientifici, che la mia tastiera non riusciva nemmeno a immaginare. E iniziai a comprare a raffica cd di Jarre, del Mike Oldfield più elettronico e soprattutto mi misi in testa di avere la discografia completa dei Tangerine Dream. Ad oggi, con più di cento dischi (tra vinili e cd) sono convinto di essere uno dei più grandi collezionisti italiani dei Tangerine Dream… sarà davverocosì? 🙂

Il mio primo incontro/scontro col protocollo MIDI avvenne nel 1996, quando acquistai da Computer Discount una interfaccia che permetteva il collegamento tra uno strumento MIDI e la porta joystick della mia scheda audio Soundblaster (ovviamente non originale). Costò ben 50mila lire, ed era solo un misero cavetto! Usavo Cakewalk su un PC 486, con tutti i limiti del caso, ma in qualche modo (leggi: con imprecazioni a vari livelli) riuscii a sincronizzare PC, la PSR510 e pure una batteria elettronica a pad Yamaha DD12 (sì, ho sempre avuto anche un debole per la batteria…e la strimpello anche un pochino). Ero gasatissimo, e feci un sacco di musica in questo modo (registrando cassette che poi propinavo agli amici), sempre sul modello dei Tangerine Dream degli anni 90.

Poi ebbi una bella crisi creativa legata ad alcuni problemi personali, e ripresi in mano tutto il bandolo solo dal 2002, quando riuscii per la prima volta a far parte di due band davvero forti e a portare in giro per l’Italia i nostri pezzi originali di rock progressivo (con la Double Side Band) e di gothic metal (con gli Entwined). Fu in quegli anni che mi resi conto dei miei limiti tecnici come pianista/tastierista. Purtroppo l’essere un autodidatta completo mi aveva portato ad avere dei limiti nelle esecuzioni delle partiture più complesse e veloci, soprattutto se scritte da qualcuno che non ero io.

TEDxArezzo - Beyond
talk al TEDx Arezzo 2016

Iniziò quindi a nascere in me un senso di inadeguatezza musicale che ancora oggi mi porto dentro, e che mi ha fatto pian piano iniziare a usare la tecnologia sempre in modo più spinto per sopperire alle mie carenze tecniche. Infatti, quando le band di cui facevo parte si sciolsero, iniziai un percorso di composizione e registrazione in studio, utilizzando principalmente Ableton Live, e facendo sempre più ricorso ai VSTi (al posto dei synth veri) e a utilizzare tool di quantizzazione e a fare correzioni manuali per tutti i miei brani (che negli anni sono diventati sempre più elaborati e figli del new prog anni 80-90). Per fortuna intanto i pc erano diventati sempre più potenti! 🙂

Potete scaricare dal mio sito web tutti i brani che volete perché nel contempo avevo deciso dirilasciare gratuitamente tutte le mie produzioni solistiche con licenza Creative Commons, che considero il futuro della condivisione della musica. Quindi…se vi piace il rock progressivo strumentale con ampio uso di elettronica, fate qualche download http://www.marcolastri.net , vi garantisco che non sarete delusi!

Tornando al senso di inadeguatezza a cui accennavo prima, è stato questo che mi ha portato anche a pensare di creare da solo i miei primi “giocattoli sonori”. Della serie: magari non so suonare bene, però potrei suonare degli strumenti che ho progettato e/o prodotto io. Sarebbe stata una bella rivincita verso i miei amici tastieristi, che erano tutti bravissimi, supertecnici, e suonavano tutti dei bellissimi synth… che però erano stati comprati nel negozio! 🙂

L’idea mi venne quando iniziai a lavorare sul mio blog di domotica e di idee *ware (cioè software e hardware) open source. Era il 2013, avevo iniziato a giocare con Arduino e Raspberry, e in collaborazione con il SIRSlab del Dipartimento di Ingegneria dell’ Informazione dell’ Università di Siena avevo creato un blog in inglese intitolato Garretlabs (nome che deriva dal fatto che al tempo io lavoravo nella mia soffitta) che potete trovare all’indirizzo http://garretlabs.wordpress.com Nel blog riportavo idee ed esperimenti, tutti fatti con piattaforme completamente o parzialmente open source.

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Il Dual Line Mixer progetto completamente custom fatto su richiesta. Doppia linea in ingresso (entrambe attivabili/disattivabili con switch), stadio di mix delle due linee, successivo split su doppio canale mono e preamplificatore delle linee di uscita (entrambe attivabili/disattivabili con switch).

Da Arduino e co., mi appassionai pian piano alla costruzione dei kit elettronici (perché avevo scoperto che il saldare mi rilassa…proprio come l’uncinetto per le mamme! 😉 ), e tra questi scelsi subito quelli che, per quel mio quarto da musicista, emettevano dei suoni. In particolare montai vari Shruthi e un Anushri di Mutable Instruments, montai un P6 (che adesso viene venduto già montato e si chiama Minimonsta) e montai anche lo spettacolare polifonico FM PreenFM 2, che per un bel po’ fu il mio preferito. Infatti è stato lui il primo synth di cui ho creato una mia versione “Garretlabs”. In questo esperimento il mio primo obiettivo fu quello di utilizzare componenti a minor prezzo per cercare di farne una versione low cost (lavorai sulla box di plexiglass, sul display, sui componenti elettronici di base). L’esperimento andò bene e mi permise di iniziare a imparare i software di CAD elettronico (Kicad, Eagle), supportato dai miei colleghi, senza i cui consigli/correzioni non sarei nemmeno partito per questo viaggio.

Poi decisi di affrontare (quindi realizzare ex novo e modificare) alcuni sintetizzatori che erano open source e allo stesso tempo fuori produzione. Semplicemente perché avevo ascoltato delle demo su internet, mi erano piaciute…. e volevo suonarli! E allora produssi Meeblip SE Reborn (che rispetto all’originale aveva la CPU overclockata a 20Mhz, per migliorare la velocità di risposta ai comandi MIDI, e ne riprogettai la scatola a mio gusto) e poi anche il complicato ma bellissimo Rockit per il quale ideai un case di metallo coi fianchietti in legno. 🙂 Su queste scatole dovevo mettere un nome, un logo , qualcosa…e alloraci scrissi (fu piuttosto naturale) Garretlabs. Yeah.

Poi studiai e modificai il codice assembler dell’allora nuovo Meeblip Anode per aggiungervi un OLED display e per overclockarlo. Questo divenne un vero e proprio “branch” del progetto principale che chiamai Meeblip Anode Italian Way (e per il quale ricevetti anche i complimenti dal team Bleeplabs), e lo potete trovare sul blog di Garretlabs. Peccato che ad oggi non abbia avuto ancora il tempo di progettare una box carina per questo progetto e sia ancora “nudo come mamma l’ha fatto”, con tutti i fili volanti. Però suona da Dio lo stesso.

rebote_delay_modded
Reb-One Delay e’ la versione Garretlabs di uno dei piu’ famosi delay digitali. E’ basato sul chip PT2399, usato per effetti di echo e delay. Ha allo stesso tempo bassissimo livello di rumore (tipico dei delay digitali) e una degradazione progressiva del segnale, con lo scorrere dei rimbalzi, tipica dei delay analogici.

In parallelo (ommioddio, ma come ho fatto a fare tutto questo???) iniziai anche a partecipare attivamente alla grande community internazionale di Zynthian, un progetto stupendo (nato in Spagna da José, un ragazzo eccezionale), di multisynth container basato su Raspberry e sulla scheda audio ad alta qualità Hifiberry. Il risultato fu la costruzione di due modelli che al momento sto usando in studio . Il secondo modello aveva una miglioria rispetto al progetto originale, poiché avevo ideato un contropannello che conteneva tutti gli encoder di controllo e il display, col risultato di avere nella scatola un cablaggio più semplice e pulito. Questa soluzione custom fu pubblicata sul forum del progetto.

Fatto sta che, in seguito a tutta questa attività di costruzione, adesso mi sono ritrovato con un corposo “parco macchine” di tastiere e sintetizzatori (il che rende sempre più piccola la mia già piccola sala prove): ho un JD800 che ho completamente restaurato da solo (e non mi riferisco solo alla malnata colla rossa), lo stesso dicasi per un DX7 espanso con la scheda Sycologic, e poi ho una Korg Trinity (era la base per i tempi in cui suonavo gothic metal…), un Roland D20, un Roland XP10, quattro Shruthi-1 (un Midnight, Un Polivoks e due SMR-4), un Anushri, un P6, due PreenFM-2 Garretlabs, un Meeblip SE Reborn, un Meeblip Anode Italian Way, due RockIT Reborn, due Zynthian Italian Side… e la mitica keytar Roland AX7! E cerco di suonarli sia in studio che live più o meno tutti, ovviamente a turno. 🙂

Nel frattempo, giusto per non farmi mancare nulla, avevo progettato anche un sistema MIDI-2-AIR, che in pratica permetteva l’invio e la ricezione dei dati MIDI wireless utilizzando due Arduino e relative antenne Xbee. Lo avevo realizzato perché l’omologo controller della Roland costava troppo per le mie tasche… e allo stesso tempo volevo usare la mia AX7 di cui sopra senza l’ingombro del cavo. Anche questo progetto è open source e potete vederlo sul mio blog.

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RockIT Reborn e’ la riedizione del famoso RockIT. Synth ibrido con due oscillatori digitali, due generatori di inviluppo, VCA e filtro analogici, due LFO, modalita’ drone e loop. (link al progetto originale: http://hackmeopen.com/rockit-build-info/what-is-it/ )

Creai anche delle semplici macchinette per generazione di rumori algoritmici (basate su Arduino o sulla famosa SparkPunk di Sparkfun) per band sperimentali e per amici che semplicemente volevano fare casino sul palco!

E così arriviamo al 2016, che per me è stato l’anno in cui il gioco iniziale si è trasformato in una cosa a metà tra l’hobby e la cosa seria. Tutto è legato al fatto che, per una serie di incroci della vita, nel marzo di quell’anno venni chiamato a partecipare come speaker alla conferenza TEDx Arezzo (potete trovare il video del mio intervento su youtube) in cui oltre a raccontare la mia esperienza come “hacker della musica” decisi di fare una piccola improvvisazione drone-based con i miei due RockIT, dedicata alla memoria di Edgar Froese (era scomparso da pochi giorni).

Per me fu una soddisfazione immensa poter parlare davanti a un pubblico della mia passione e della mia attività, e sentire tutta la platea ridere a una mia battuta sui “fianchetti in legno” mi dette la spinta per fare qualcosa in più, per Garretlabs e in generale per la musica. Infatti subito dopo iniziai a produrre effetti audio per chitarristi (stompbox), ma anche questo fu per puro caso…non ci avevo mai pensato seriamente, ma quell’anno un mio amico chitarrista desiderava un delay, e io allora decisi di provare a costruirlo da solo per poi regalarglielo per Natale. Evidentemente mi venne bene, perché a quel delay oggi si sono aggiunti chorus, distorsori, overdrive, tremolo e anche pedali completamente custom (mixer, splitter, killswitch), tutti completamente fatti a mano dal sottoscritto. Insomma, alla fine mi sono ritrovato anche produttore di pedali cosidetti “boutique”, e oggi ho l’onore di avere due immensi musicisti del calibro di Red Canzian e Saverio Lanza che usano pedali Garretlabs.

Meeblip_SE_reborn
Meeblip SE Reborn e’ la versione aggiornata e overclockata (20Mhz contro i 16 dell’ originale) del Meeblip SE. Due oscillatori digitali, PWM su uno dei due, generatore di rumore, generatore di inviluppo, LFO e filtro (link al progetto originale: http://support.meeblip.com/use-one/get-started-with-meeblip-se/ )

Adoro l’esperienza con gli stompbox, perché mi dà l’opportunità di giocare con gli aspetti lo-fi della musica, cosa che non posso permettermi quando armeggio coi sintetizzatori. Nei pedali per chitarristi spesso sono accettati e desiderabili anche fruscii, fischi, ronzii, ritorni e chi più ne ha più ne metta. Talvolta un sistema rumoroso può piacere di più di uno eccessivamente silenzioso, e l’elettronica analogica (o ibrida) che uso nei miei pedali risente del mio umore del momento. Non scherzo! Siccome per i transistor faccio il trimming a orecchio (anche se potrei usare l’oscilloscopio), a seconda di come suono la chitarra e della giornata in cui lo faccio…un mio effetto può essere più “dolce” o più “aggressivo” e quindi catturare il mio stato d’animo di quel preciso momento. Lo trovo una cosa spettacolare. E il fatto che ogni mio pedale di fatto sia diverso da tutti gli altri (anche a livello di enclosure, di scelta dei led, delle manopole ecc.) mi permette di vederli come se fossero dei piccoli “quadretti da collezione” in cui posso trovare un pezzettino della mia anima.

Per cercare di “andare oltre” anche in questo campo ho iniziato ultimamente a studiare la possibilità di usare Arduino (e schede anche più potenti e versatili come Teensy) per poter produrre dei multieffetto digitali con audio ad alta qualità. Volendo sperimentare in questa direzione, ho voluto far “rinascere” in Garretlabs lo shield “Arduino Audio Codec Shield”, bellissimo progetto open source di Open Music Labs anche esso purtroppo abbandonato da tempo. La mia versione della scheda è un semplice restyling dell’originale (che secondo me era già perfetta) e sopratutto è made in italy!

S.C.: Marco, hai qualche progetto per il futuro?

shruthi_XT_work_in_progress
lo Shruthi XT Reborn. Lavoro sull’enclosure e sul software. Synth ibrido con due oscillatori digitali, mixer, filtro e VCA analogici, due generatori di inviluppo e due LFO, modalita’ jam e sequencer integrato (link al progetto originale: https://mutable-instruments.net/archive/ )

M.L..: Progetti per il futuro? Sempre troppi rispetto al tempo a mia disposizione! 🙂

 

Al momento sto lavorando a una rivisitazione hardware del grande Shruthi XT di Mutable Instruments, purtroppo anche questo “retired” da tempo. E’ un lavoro molto impegnativo, perché in realtà oltre all’hardware (e all’enclosure, che voglio riprogettare nel mio stile personale) sto cercando di mettere mano anche al software, e -credetemi- il suo software è davvero complesso (e scritto in modo spettacolare al tempo stesso). Poi, insieme a un amico stiamo pensando a un multieffetto digitale per chitarra programmabile, basato su una CPU più veloce di quelle della Atmel… una cosa sulla falsariga del bellssimo Owl. E insieme con un altro amico stiamo parlando di progettare e realizzare un minisynth…. insomma di idee ce ne sono davvero tante!

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The Meza: rivisitazione del famoso pedale Dr. Boogey, distorsore molto aggressivo completamente analogico con quattro JFET J201 per i quali il trimming e’ fatto “a orecchio”

Infine vorrei iniziare a frequentare le mostre e le manifestazioni di settore (Soundmit, MEFF, Maze) non solo come visitatore ma come Garretlabs, per far conoscere a un pubblico più ampio le mie produzioni. Purtroppo la mia occupazione principale (sono capo progetto software nel campo dell’industria aerospaziale per satelliti artificiali) è davvero impegnativa e non sempre mi lascia molto tempo libero… ma posso provarci!

Ringrazio ancora Luca di avermi dato la possibilità di potermi presentare in questo spazio, e ringrazio voi che avete avuto la pazienza di leggere fino a questo punto…

Vi auguro buona musica e grande ispirazione nella vostra vita e in tutto quello che fate!

(Un grazie a Marco Lastri)

 

Email:
Intervento a TEDx Arezzo 2016 “Hackerare la musica” con improvvisazione live:
https://www.youtube.com/watch?v=eu0OgWoZscQ

Il mio blog musicale, dal quale si possono scaricare gratuitamente tutte le mie canzoni:
http://www.marcolastri.net/

Alcuni video musicali della musica di Marco, per i quali ha spesso anche curato regia e montaggio:
Marco Lastri – Ave Maris Stella (feat. Mulieris Voces): https://www.youtube.com/watch?v=1kO0vMFQR78
Entwined- The Moment Before: https://www.youtube.com/watch?v=tNUHgtS0CXo
DSB- Operetta Live Auditorium FLOG 2008: https://www.youtube.com/watch?v=vtGGm9icBR8

Il blog di Garretlabs, idee *ware open source:
https://garretlabs.wordpress.com/

Nel quale ci sono tra gli altri:
E infine….video demo del Garretlabs Audio Codec Shield:
https://www.youtube.com/watch?v=C6xZJHB15As